Addio alla buona cucina tricolore
MASSIMO DALLA TORRE
Un tempo l’Italia era la patria della cucina, tant’è che quando si parlava del nostro Paese specialmente gli stranieri esclamavano: Italia, sole, cucina e musica. Oggi, invece, quello che arriva sulle nostre tavole è decisamente mistificato, non genuino, alterato. Prodotti non prodotti: formaggio senza latte, vino senza uva, cioccolato senza cacao, carne annacquata e miele contaminato dal polline “biotecnologico” senza nessuna indicazione in etichetta.
Tutti alimenti e bevande permessi dall’Unione Europea e in commercio anche in Italia che, nonostante le proteste dei produttori, non si può opporre alle regole.
Questo è quanto denuncia la Coldiretti che ha aperto l’esposizione “Con trucchi e inganni l’Unione Europea apparecchia le tavole degli italiani” al maxi raduno con diecimila agricoltori dalle diverse regioni tra cui il Molise al Mico – Fiera Milano Congressi – alla presenza del Presidente nazionale dell’organizzazione di categoria Roberto Moncalvo. Il quale, ha dichiarato che “dall’Unione Europea è venuto negli anni un via libera ad allucinanti novità nel piatto senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni ecco il perché dell’appiattimento verso il basso delle normative per dare spazio a quei Paesi che non possono contare su una vera agricoltura e puntano su trucchi, espedienti e artifici della trasformazione industriale per poter essere presenti sul mercato del cibo. Questione che vede utilizzare la polvere di caseina e caseinati al posto del latte nei formaggi fusi, aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero nei Paesi dell’Europa settentrionale o di ottenere grazie all’utilizzo di polveri miracolose contenute in wine-kit che, permette con l’aggiunta di acqua, etichettature di bottiglie in pochissimo tempo che diversamente dovrebbero riposare anni prima di essere stappate”.
Dichiarazioni che evidenziano una situazione alquanto preoccupante perché quello che un tempo era genuino e frutto di lavoro specialmente da parte di agricoltori, pastori, viticoltori, oggi è figlio degenere del consumismo che pur di ottenere facile guadagno condanna inesorabilmente tutto quello che colorava e non colora più le tavole che spersonalizzandosi non offrono più il piacere di stare insieme.