Cultura

Applausi e divertimento con Scifoni in Piazzetta Palombo. ‘Le ultime sette parole di Cristo’ danno il via al cartellone dell’estate campobassana

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L’attore Giovanni Scifoni con Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli al termine dello spettacolo

FABIANA ABBAZIA

A Campobasso, città conosciuta grazie all’amico e collega Marco Caldoro, ha trovato il bell’ambiente che si aspettava. L’attore Giovanni Scifoni che ieri sera a Piazzetta Palombo ha dato il via agli appuntamenti in programma nel cartellone estivo, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso, con il suo Le ultime sette parole di Cristo. Minestra di fede per cialtrone e strumenti antichi’è stato accolto da numerosi spettatori e tanti applausi.

Un coinvolgente Scifoni ha, infatti, divertito il pubblico nonostante lo abbia portato a riflettere sulle numerose contraddizioni della tradizione cristiana. Incoerenze di una religione che ha cambiato il mondo e che a tutt’oggi, dopo secoli, continua a non avere risposte univoche su un fatto storico sul quale ancora gli studiosi e gli intellettuali si interrogano.

In uno spettacolo coinvolgente per il pubblico, le sette frasi pronunciate da Gesù prima di morire, che nei tempi antichi erano rievocate dal Vescovo durante la liturgia del venerdì santo, tornano di attualità e inducono così a pensare sul senso delle parole affidate alla comunità cristiana.

Un percorso, quello scritto e interpretato da Scifoni con le sonorità coinvolgenti di Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, che riattualizza protagonisti di opere famosissime, dall’Amleto ai fratelli Karamanzov, fino ad arrivare a personaggi di una storia recente, come la moglie di uno dei membri della scorta del giudice Borsellino.

Figure che incarnano le incoerenze contenute in alcune delle ultime parole di Cristo. Con l’apporto sapiente di un panorama storico e letterario le contraddizioni divengono così ancora più stridenti. Lo sa bene il ‘cialtrone’, che mentre si agita sul palco continua a insinuare il dubbio nel pubblico, ma anche a scavare nelle debolezze umane, in quei peccati della carne che sono così lontani dal regno dei cieli.

In poco tempo lo spettatore allo stesso tempo si sente protagonista di tutti i paradossi che attraverso le parole dell’attore, a poco a poco, prendono forma sulla scena.

Contraddizioni che fanno ridere e che forse confondono anche un po’ chi non ha fede, infondo unica risposta possibile alle numerose incertezze proprie dell’uomo e della religione cristiana.

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