La Camera modifica la norma sulla diffamazione a mezzo stampa: stop al carcere per i giornalisti
L’Aula della Camera, con 207 sì, ha approvato l’articolo 1 del provvedimento che riforma la diffamazione, anche a mezzo stampa. Con il via libera alla norma, scompare la pena del carcere per i giornalisti condannati per diffamazione, che potranno essere soggetti a “sole” pene pecuniarie fino a 50mila euro.
Resta, invece, l’obbligo di rettifica “gratuitamente e senza commento, senza risposta e senza titolo”, entro 48 ore, per le testate online e per libri e riviste entro 15 giorni dalla richiesta.
Il relatore del Ddl che riforma la diffamazione, Valter Verini, confida la sua soddisfazione: “Abbiamo fatto un buon lavoro in commissione. Adesso in aula c’è la possibilità di presentare emendamenti migliorativi. Ovviamente il testo licenziato dalla commissione Giustizia non preclude la possibilità che l’aula, sovrana, possa chiedere cambiamenti ulteriori”. E aggiunge: “Il parere del relatore è conforme a quello del governo. Perciò io sono cauto ma anche fiducioso”, a proposito della possibilità che si cambi sì, ma in peggio.
“Abbiamo tolto il carcere, mi pare un risultato importante. Ricordo – prosegue Verini – che su tre quarti del regolamento non si poteva intervenire, per il principio della doppia lettura conforme di Camera e Senato. Ma abbiamo eliminato le parti più controverse”.
Ovvero quelle riguardanti le testate online: “È stato eliminato con il consenso di tutti. La diffamazione in rete è un problema reale, lo sappiamo, ma nelle molte discussioni avute si è compreso che affrontare un tema tanto delicato con un emendamento era assai difficile, tanto più perché è in corso il lavoro della commissione per i diritti di Internet presieduta da Stefano Rodotà che bisogna discutere in relazione a normative europee”.