Il campobassano Marco Maestripieri si aggiorna a Coverciano sul mondo del calcio giovanile: docente d’eccezione è il ct azzurro Antonio Conte
GIUSEPPE FORMATO
L’ex bandiera dei lupi, il campobassano Marco Maestripieri, sta vivendo una esperienza di alta formazione calcistica a Coverciano, dove in questi giorni e fino a domani, venerdì 30 gennaio 2015, sta seguendo un corso di aggiornamento con il commissario tecnico della Nazionale italiana, Antonio Conte.
Nel Centro Tecnico Federale, dove tra le altre cose Maestripieri lavora come docente nei corsi per allenatori professionisti, l’ex centrocampista e trainer del Campobasso è stato invitato insieme ai tecnici dei settori giovanili italiani e ai commissari tecnici federali. Argomento della settimana: confrontarsi sul metodo di lavoro degli allenatori italiani, che si occupano dei settori giovanili, dovrebbero far seguire ai propri ragazzi.
“L’attuale modus operandi – ci ha confidato Marco Maestripieri, intercettato in una delle pause a Coverciano – si trasmette negativamente sul futuro calciatore e la dimostrazione è sotto gli occhi di tutti. È inutile girare intorno al problema: nel calcio italiano non c’è intensità di gioco, nessun calciatore è in grado di saltare l’uomo nell’uno contro uno, si ravvisano grandi carenze tecniche e a livello mentale, così come si denota la poca pressione sulla palla e la scarsa intensità nella riaggressione dell’azione avversaria. Dai settori giovanili si deve cominciare a lavorare sulla tecnica, sulla velocità e sul due contro due. Questa è la teoria, che stiamo mettendo in pratica a Coverciano sotto l’attento sguardo del ct Antonio Conte. Tra i concetti che stiamo sviluppando c’è quello di abituarsi al lavoro, trasmettendo la gioia di giocare e fare calcio. Questo aggiornamento nel Centro Tecnico Federale, dove sono stati chiamati tutti i principali protagonisti del calcio giovanile italiano, serve per arrivare a uno schema di lavoro uguale su tutto il territorio, condizione indispensabile per rilanciare il calcio italiano, che rappresenta lo sport nazionale del Belpaese, oltre a essere il calcio più importante del mondo”.
Non capita tutti i giorni di lavorare con il Commissario Tecnico della Nazionale e l’emozione è ancora più grande, soprattutto quando a guidare l’Italia ci sono personaggi come Antonio Conte, bandiera della Juventus, prima come calciatore, poi come allenatore. È emozionante stare sul campo su Conte anche per chi, come il campobassano Marco Maestripieri, a Coverciano è di casa e, da calciatore, ha comunque calcato i palcoscenici più importanti. “Credo – ha proseguito l’attuale responsabile tecnico delle rappresentative giovanili molisane – che occorra lavorare sulla formazione dei giovani, pensando poco al risultato agonistico per concentrarsi di più sulla crescita del singolo aspirante calciatore. A mio avviso, ad aiutare il movimento calcistico italiano, un ruolo fondamentale lo avranno i nuovi centri di formazione, dove si potrà lavorare in maniera mirata e intelligente. In Molise si dovrebbe partire il prossimo anno. Si tratta di centri a disposizione delle giovani leve calcistiche e di coloro che vorranno intraprendere un percorso, che punti ad aiutare il ragazzo ad arrivare ai livelli più alti, grazie all’aiuto dei migliori allenatori in circolazione, che seguiranno costantemente il lavoro dei nascenti centri di formazione”.
A Coverciano, questa settimana, si sono riunite tutte le componenti: dalla Nazionale, passando per le Leghe di A, B e Lega Pro, per la Lnd, per l’Aiac e il per il Settore tecnico. Un appuntamento importante per il calcio italiano e per Marco Maestripieri. “Quando si parla di calcio – ha concluso l’allenatore molisano – a Coverciano lo si fa con gioia e voglia di confrontarti con coloro che rappresentano il gotha della disciplina in Italia. Si ha l’opportunità di aggiornare il sapere personale, che si può riportare sul proprio territorio. Io sono fortemente convinto che lavorando in un certo modo si potrà far bene e il ruolo del Molise in questo progetto di rilancio del calcio italiano, in futuro, potrà essere importante. Presupposto fondamentale, però, è quello di inculcare ai più giovani la cultura del lavoro quotidiano sul campo, con il pallone e ad alta intensità. L’obiettivo è quello che gli under dovranno giocare non per regola ma per merito”.