XXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Emostasi e Trombosi, numerosi i contributi scientifici dell’Neuromed
E’ una folta delegazione quella che rappresenterà il Neuromed di Pozzilli al XXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Emostasi e Trombosi, dove i ricercatori molisani, tutti appartenenti al Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione, presenteranno lavori scientifici originali che spaziano in molti campi, dalle patologie cardiovascolari ai tumori, dal ruolo dell’infiammazione fino a un nuovo modo di vedere le piastrine del sangue.
La Società Italiana di Emostasi e Trombosi si occupa di problematiche inerenti la fisiopatologia, la diagnosi e la terapia delle malattie emorragiche e trombotiche. Il sangue, infatti, si trova costantemente in un equilibrio preciso, che da un lato permette di fermare un’emorragia, salvandoci la vita in caso di ferite, dall’altro impedisce che un eccesso di coagulazione porti alla trombosi, condizione alla base di patologie gravi come infarto ed ictus cerebrale. In questi delicati meccanismi, e nella loro alterazione, risiedono così le chiavi di molte malattie.
Il contributo del Neuromed inizierà con il professor Giovanni de Gaetano, Responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione. Parlando durante la giornata inaugurale del congresso, de Gaetano illustrerà i nuovi dati disponibili sulla variabilità nel numero delle piastrine del sangue. La conta delle piastrine, infatti, può essere molto diversa da un individuo all’altro, anche senza alcun significato patologico. Gli studi condotti dal gruppo del Neuromed puntano a identificare quali fattori sono in gioco in questa variabilità.
La relazione della professoressa Maria Benedetta Donati riguarderà, invece, le relazioni tra i processi trombotici e il cancro. La possibilità di un “terreno comune” tra due patologie così diverse è infatti un concetto sul quale si lavora da molto tempo
Quanto agli altri interventi dei ricercatori Neuromed, Augusto di Castelnuovo presenterà tre lavori diversi: due comunicazioni orali e un poster. La prima comunicazione verterà sulle relazioni tra il fattore tissutale del plasma ed il rischio di ictus cerebrale. La seconda esplorerà l’azione che un moderato consumo di alcol può avere nel prevenire lo scompenso cardiaco. Il poster, infine, riguarderà i livelli di una particolare sostanza nel sangue, i D-Dimero, in relazione al rischio di essere colpiti da ictus cerebrale.
Due presentazioni di Marialaura Bonaccio punteranno sulla Dieta Mediterranea sotto due punti di vista. Da un lato, l’osservazione che i diabetici che seguono con maggiore aderenza questo modello alimentare hanno un rischio morte più basso. Sempre la Dieta mediterranea, inoltre, appare ridurre l’infiammazione di basso livello. Poiché l’infiammazione è correlata con un più alto rischio di malattie cardiovascolari, i dati rinforzano l’idea che la Dieta mediterranea eserciti la sua azione positiva proprio attraverso un effetto antinfiammatorio. Ancora infiammazione per una terza presentazione della ricercatrice, nel corso della quale parlerà del rapporto tra i marcatori infiammatori del sangue ed una particolare alterazione dell’elelettrocardiogramma (deviazione dell’asse dell’onda T).
Infiammazione al centro anche di altri due lavori presentati al congresso dai ricercatori Neuromed. Simona Costanzo, in un poster, esporrà i dati sul rapporto tra il livello di globuli bianchi nel sangue (un indicatore di infiammazione, appunto) e il rischio di fibrillazione atriale in pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico. Mariarosaria Persichillo, invece, parlerà delle abitudini alimentari degli Italiani per quanto riguarda gli alimenti della Dieta mediterranea che hanno particolari attività antinfiammatorie. Amalia De Curtis, infine, porterà a Milano il suo lavoro sugli effetti che una integrazione alimentare a base di licopene, polifenoli ed altre sostanze può avere nel ridurre il rischio cardiovascolare.
“Questo – dice il Professor de Gaetano – è il primo congresso SISET in cui una delegazione Neuromed partecipa attivamente, e con un grande impegno, con il suo nuovo gruppo di Epidemiologia. Molti dei contributi che vengono presentati derivano dal Progetto Moli-sani, che proprio l’I.R.C.C.S. Neuromed ha raccolto e sta portando avanti con convinzione. Quel grande progetto sta cominciando a dare i suoi frutti”.