L’emozione dell’allenatore campobassano Massimo Barometro: il nipote debutta in serie A contro la Juventus e lui ‘vola’ dal capoluogo molisano a Genova
Una telefonata e la partenza per Genova: l’ex numero dieci del Campobasso, oggi allenatore, Massimo Barometro, che nel capoluogo molisano ci ha messo le radici ormai da più di venti anni, non poteva mancare a un’occasione così importante. Era nell’aria che il nipote Rolando Mandragora, classe 1997, potesse esordire in serie A contro la Juventus: così ieri mattina, mercoledì 29 ottobre 2014, a pochissime ore dall’atteso incontro del ‘Ferraris’, quando i maggiori siti sportivi italiani davano il calciatore, nato e cresciuto a Scampia, titolare nel centrocampo del Genoa, Massimo Barometro, messi da parte gli impegni di lavoro, ha raggiunto il capoluogo ligure.
Il 17enne Rolando Mandragora conosce benissimo Campobasso, perché spesso viene a trovare lo zio Massimo e il cugino, omonimo, trapiantati nel capoluogo molisano, con quest’ultimo che l’anno scorso ha giocato a futsal con la Five Campobasso; ma anche perché in passato non si è sottratto alla disputa di qualche torneo estivo in Molise.
Nella gara delle 500 presenze ufficiali di Gianluigi Buffon alla Juventus, l’esordio in serie A del capitano della Primavera del Genoa (segno del destino?): Rolando Mandragora ha disputato la partita dei sogni. Perfetto. Paul Pogba annientato e rossoblù vittoriosi.
Massimo Barometro, che l’anno scorso ha condotto il Riccia in Eccellenza, su facebook aveva spesso segnalato le prestazioni del nipote, che sta facendo la trafila delle nazionali giovanili, e ieri sera, mercoledì 29 ottobre 2014, l’atteso esordio in serie A.
“Non potevo mancare a un appuntamento così importante – un soddisfatto Massimo Barometro – e non ci ho pensato due minuti a partire per Genova. Della partita che dire? Un 17enne che annienta Pogba, giovane anche lui ma già con tanta esperienza internazionale. La dimostrazione, quella di mio nipote Rolando,
che l’Italia può e deve puntare sui giovani. Gasperini ha dimostrato di essere un grande allenatore: a certi livelli non conta se hai 17 o 37 anni. Un tecnico riesce a capire chi ti può dare quel qualcosa in più e l’allenatore del Genoa ha dimostrato la sua caparbietà, venendo premiato con la vittoria contro la Juventus”.
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