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Il Natale dell’ingiustizia: la poesia di un bambino e il grido di aiuto degli autisti molisani senza stipendio

In Molise, quest’anno il Natale porta con sé un’ombra di ingiustizia e precarietà. Gli autisti del trasporto pubblico regionale, privati dello stipendio di ottobre e novembre e della tredicesima, vivono un dramma che colpisce non solo loro, ma le loro famiglie e la dignità stessa del lavoro.

La nota delle segreterie regionali FILT-CGIL, FIT-CISL, FAISA CISAL e UGL AUTOFERRO denuncia una situazione ormai insostenibile, mentre il silenzio delle istituzioni aggrava un disagio già profondo.

In questo contesto di sofferenza, emerge una voce disarmante: quella del figlio di un autista, che ha trasformato la sua speranza in versi. La sua poesia di Natale, semplice e toccante, diventa il simbolo di una battaglia per i diritti e per un futuro più giusto.


La voce di un bambino

La poesia, che potrebbe essere il diario di tanti figli di lavoratori in difficoltà, inizia con un sogno: un Natale diverso, dove il ritorno sereno del padre a casa sia più prezioso di qualsiasi regalo sotto l’albero.

Caro Gesù, stanotte ti voglio parlare,
mentre la neve comincia a fioccare.
Nel cuore porto un sogno speciale:
che il Natale quest’anno non sia sempre uguale.

I versi proseguono descrivendo il dramma quotidiano: un padre stanco e preoccupato, una madre angosciata, conversazioni a bassa voce per nascondere la disperazione ai figli. La mancanza di stipendio non è solo un problema economico: diventa un fardello emotivo che si riflette nel clima familiare.


Dignità calpestata: il ruolo delle aziende e del governo regionale

Le aziende di trasporto pubblico e il Governo regionale sono chiamati in causa dalle segreterie sindacali, che non risparmiano critiche. Da un lato, le aziende dimostrano incapacità nella gestione del servizio pubblico, dall’altro, il Governo regionale si rende colpevole di inerzia, lasciando che questa crisi si trascini senza soluzioni concrete. Nel frattempo, chi dovrebbe essere il pilastro della mobilità pubblica viene trattato come un numero sacrificabile.


La richiesta di giustizia

La poesia del bambino si chiude con una preghiera di speranza. Il suo unico desiderio non è materiale, ma emotivo: vedere i propri genitori sereni e fiduciosi.

Non voglio giocattoli e cesti strapieni,
ma solo i sorrisi di mamma e papà sereni.
[…] E se un regalo posso desiderare,
è vedere papà tornare a sperare.

Le segreterie sindacali, ispirate da questa toccante preghiera, rinnovano il loro appello: che le aziende onorino i loro obblighi contrattuali e che il Governo regionale si assuma la responsabilità di monitorare la situazione, garantendo i pagamenti dovuti. La revoca delle concessioni alle aziende inadempienti è una delle richieste più forti, per ripristinare non solo la giustizia economica, ma anche la dignità dei lavoratori.


Natale: un simbolo di speranza e solidarietà

Mentre il Natale si avvicina, la poesia di questo bambino ci ricorda che le festività non sono fatte solo di luci e regali, ma di solidarietà e umanità.

La sua voce è un appello a non dimenticare coloro che, pur tra mille difficoltà, continuano a garantire servizi essenziali per la comunità. È un monito per tutti noi, cittadini e istituzioni, affinché il senso di giustizia e rispetto non sia mai messo da parte.

Di seguito la poesia scritta dal figlio di un autista:

Preghiera di Natale

Caro Gesù, stanotte ti voglio parlare,
mentre la neve comincia a fioccare.
Nel cuore porto un sogno speciale:
che il Natale quest’anno non sia sempre uguale.

Papà torna tardi, è stanco e preoccupato,
mamma lo aspetta con il viso angosciato.
Parlano piano per non farsi ascoltare,
ma so che lo stipendio tarda ad arrivare.

Le luci brillano su ogni balcone,
le vetrine son piene di ogni emozione.
I miei amici raccontano dei loro regali,
mentre io sogno solo momenti normali.
Non voglio giocattoli e cesti strapieni,
ma solo i sorrisi di mamma e papà sereni.

Gesù Bambino, tu che tutto puoi fare,
almeno quest’anno fammi sognare.
Metti nei cuori un po’ di calore,
fa’ che quest’anno ci sia meno dolore.
E se un regalo posso desiderare,
è vedere papà tornare a sperare.

Grazie, Gesù, per ascoltare il mio cuore,
questa preghiera la affido al tuo amore.
E mentre la stella illumina il cammino,
ti auguro un buon Natale, caro Gesù Bambino.

Redazione

CBlive

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