Crisi idrica, la sindaca Forte: “Non manca l’acqua ma i soldi per pagare l’Enel”
Dopo quattro mesi di chiusure forzate, finalmente viene svelato l’arcano: “Non era solo un problema di carenza idrica, ma anche di soldi. Molise Acque non aveva risorse necessarie per pagare l’Enel ed attivare così le pompe di sollevamento per il prelievo dell’acqua dai serbatoi”. Lo dice la sindaca di Campobasso Marialuisa Forte, che ora chiede, con determinazione, che la situazione venga ripristinata nella sua totale funzionalità senza che i disagi siano ulteriormente scaricati sui cittadini.
“Dai documenti forniti dalla struttura tecnica di Palazzo San Giorgio, abbiamo verificato che non era nemmeno un problema di dispersione idrica, che si attesta al 33% (come per la città di Termoli) e non al 67% come volevano farci credere”, aggiunge la sindaca.
A rivelare i retroscena di questa vicenda, che ha visto l’amministrazione della città di Campobasso per circa quattro mesi sul banco degli imputati quando invece era ed è solo parte lesa di una gestione discutibile, è la nota inviata lunedì 16 dicembre a Molise Acque dal presidente Massimo Saluppo (Grim) e trasmessa anche ai comuni.
Un documento con alcuni passaggi illuminanti, come quello in cui Molise Acque diffida Grim a onorare le fatture per far fronte al pagamento delle bollette dell’energia elettrica, o quello – ancora più eloquente – in cui l’Azienda di via Depretis ha dovuto adottare misure per ridurre i costi energetici, diminuendo la quantità di acqua pompata e le ore di funzionamento degli impianti.
Grim chiarisce che la riduzione del flusso idrico non è dovuta alla carenza d’acqua, come sostenuto inizialmente, ma alla mancanza di fondi per pagare l’energia elettrica necessaria ad attivare le pompe di sollevamento. Questo problema finanziario di Molise Acque è la vera causa dei disagi.
“Ora è tutto chiaro: Molise Acque – sottolinea la sindaca – non aveva i soldi per pagare l’Enel per attivare le pompe di sollevamento. Una difficoltà economica – e non la mancanza di acqua – è stata scaricata sulla pelle dei cittadini e sulle attività di Campobasso in questi ultimi mesi. Non possono i cittadini pagare i disagi di tale gestione; semmai è la Regione che deve far fronte a risolvere i problemi di liquidità di Molise Acque, che da subito deve ripristinare la funzionalità di tutte le infrastrutture in modo da garantire un flusso continuo nelle case di tutti i cittadini di Campobasso e degli altri comuni molisani ai quali è stato finora chiesto un sacrificio non dovuto” aggiunge Forte.
Tra i punti della nota di Grim che meritano una citazione vi è anche la richiesta a Molise Acque di rivedere gli accordi con la Campania – istanza peraltro fatta verbalizzare pure dalla sindaca Forte nella riunione dell’Egam il 5 dicembre – che ha continuato a ricevere un flusso idrico costante, mentre i comuni molisani, compreso Campobasso, hanno subito gravi interruzioni.
Nella riunione del 2 dicembre scorso convocata dalla Protezione Civile, Molise Acque ha reso noto i numeri della fornitura: circa 450 lt/s pari a circa il 31% della captazione sulle sorgenti di Rio Freddo e Pietre Cadute viene destinato alla rete campana, e di questi circa il 95% è assorbito dal solo Comune di Benevento. “Orbene – scrive Grim – questo gestore non può che evidenziare la non ammissibile penalizzazione inflitta ai Comuni molisani rispetto al flusso idrico destinato agli utenti extraregionali.
Nello specifico, il Comune di Benevento assorbe circa 430 lt/s per una popolazione di 55.000 abitanti, mentre 1.000 lt/s sono riservati a oltre 64 comuni della Regione Molise con una popolazione proporzionalmente superiore”. Grim chiede inoltre: “Per quale motivo non è possibile chiedere, per il tramite della Regione Molise, una chiusura notturna del Comune di Benevento per garantire un maggior flusso idrico ai comuni molisani?”