San Valentino, Poste Italiane racconta la storia d’amore di Emanuele e Katia
Poste Italiane celebra la Festa degli Innamorati in Molise attraverso il racconto della bella storia che vede protagonisti i dipendenti Emanuele Elia e Katia Chiovitti. Lui operatore di sportello nell’ufficio postale di Bojano, lei direttrice monoperatore in quello di Pietracupa, si sono conosciuti grazie “allo zampino”, indiretto, e dei loro genitori… e dell’azienda.
Il primo incontro. “Ci siamo conosciuti nell’estate del 2005 – racconta Katia – grazie a due dei nostri genitori, anche loro colleghi in Poste e applicati nella stessa struttura a Campobasso. All’epoca io lavoravo come ricercatrice all’Università di Chieti, mentre Emanuele aveva appena preso servizio a Pescara nell’allora Centro di Meccanizzazione Postale ed era in cerca di un appartamento. Così suo padre chiese il mio numero a mia madre, affinché gli facessi da “cicerone”. Dopo una giornata alla ricerca di una sistemazione, ci siamo fermati a cena. Dopo quella cena nacque subito una bella amicizia e ben presto il nostro rapporto si è trasformato in amore”.
Il ritorno in Molise. Entrambi quarantacinquenni, vivono ad Oratino, a settembre festeggeranno i loro 15 anni di matrimonio, le cosiddette nozze di cristallo. “Nel 2008 – prosegue Katia – abbiamo deciso di ritornare nella nostra amata Campobasso. Emanuele andò a lavorare come sportellista in un ufficio postale dell’alto Foggiano, mentre io proseguivo il mio dottato di ricerca in Biochimica, da pendolare. Nel 2009 ci siamo sposati e potremmo dire di aver riunito le nostre famiglie d’origine sotto il segno di Poste Italiane. L’anno successivo è nata Karola, la nostra prima figlia”.
L’ingresso in Poste di Katia. Un altro anno particolarmente importante per la coppia è stato il 2014: “A gennaio – continua Katia – Emanuele si avvicina a casa e va a lavorare nell’ufficio postale di Bojano. Nello stesso mese nasce Giorgia e a maggio io entro in Poste. Ricordo che ho saputo della mia assunzione quando ero in sala parto!”. Katia spiega il perché della sua scelta lavorativa: “È stata una scelta ragionata lasciare il lavoro da ricercatore ed entrare in Poste. Mi mancava il rapporto con le persone di ogni età e di ogni livello culturale. Poi a trent’anni anni non avevo più lo stimolo indispensabile per fare ricerca. Poste è un’azienda in continua crescita ed estremamente stimolante sia dal punto di vista di prospettive lavorative che di servizi offerti”.
Il sostegno di Emanuele. Un sostegno, già dai primi tempi, lo ha avuto da Emanuele, che ricorda: “All’inizio del suo percorso in azienda Katia era timorosa e insicura, io l’ho incoraggiata fin da subito e le ho detto che poteva contare su di me e sulla mia esperienza”.
Il lavoro nella stessa azienda. La coppia spiega cosa significa lavorare nella stessa azienda. “Per noi significa avere un punto di riferimento lavorativo e coniugale. Quando c’è un qualsiasi dubbio o necessità di un confronto decisionale, troviamo sempre un supporto, l’uno nell’altro”.
Tra lavoro e famiglia. E riguardo la conciliazione tra vita lavorativa e vita coniugale, Katia ed Emanuele spiegano il loro punto di vista: “Non abbiamo un segreto in particolare, serve tanto impegno e collaborazione da parte di entrambi. Sicuramente l’alternanza dei turni di lavoro ci permette di gestire al meglio la nostra famiglia e in questo dobbiamo dire che ci aiuta il fatto di non lavorare nello stesso ufficio postale”.