Pallacanestro serie A1, La Molisana Magnolia Campobasso cede nel finale al San Martino di Lupari
IND FILA LUPE SAN MARTINO DI LUPARI – LA MOLISANA MAGNOLIA CAMPOBASSO 63-58 (17-12, 29-27; 42-43)
SAN MARTINO DI LUPARI: Milazzo 16 (4/8, 2/6), Washington 16 (7/17, 0/1), Pastrello 10 (0/2, 2/4), Kaczmarczyk 3 (1/5, 0/1), Dedic 9 (4/8); James 4 (2/8), Russo 2 (1/2, 0/1), Guarise (0/1), Arado 3 (1/1). Ne: Tau e Ferraro. All.: Serventi.
CAMPOBASSO: Trimboli 7 (2/3, 1/1), Kacerik 2 (1/1, 0/1), Parks 16 (2/7, 1/4), Abdi 8 (3/4, 0/1), Milapie 10 (3/6); Scherf 4 (1/4, 0/1), Togliani 5 (1/4, 0/1), Quiñonez 6 (3/5, 0/2), Battisodo (0/1 da 3). Ne: Del Sole e Bocchetti. All.: Sabatelli.
ARBITRI: De Biase (Udine), Lupelli (Latina) e Bartolini (Pesaro Urbino).
NOTE: spettatori presenti stimabili sulle 450 unità. Tiri liberi: San Martino di Lupari 11/15; Campobasso 20/24. Rimbalzi: San Martino di Lupari 36 (Washington, James e Pastrello 6); Campobasso 38 (Parks e Sherf 6). Assist: San Martino di Lupari 13 (Milazzo 6); Campobasso 9 (Togliani 4). Progressione punteggio: 12-10 (5’), 24-23 (15’), 38-36 (25’), 48-56 (35’). Massimo vantaggio: San Martino di Lupari 9 (38-29); Campobasso 8 (48-56).
Come un loop che, volentieri, si farebbe a meno di vedere. Nelle sue tre stagioni di A1, le gare al PalaLupe di San Martino di Lupari, per La Molisana Magnolia, hanno in sé una sorta di paradossale cliché, che vede i #fioridacciaio arrivare ad un passo dal possibile referto rosa, ma ritrovarsi, nel proprio momento migliore, a subire un parziale finale che affossa quanto erano riuscite a costruire sino a quel momento. Così le giallonere venete finiscono per essere uno dei pochi tabù non ancora infranti dal team campobassano che chiude la stagione con due punti in più rispetto allo scorso torneo, ma con un identico piazzamento finale – il settimo – sinonimo di una serie playoff che, nei quarti di finale, vedrà l’incrocio con Schio.
PASSO DOPO PASSO Che sia una gara con, alle spalle, la sintesi di un’annata di lavoro lo si intuisce sin dall’avvio. La tensione per l’importanza della posta in palio finisce per dar vita a momenti alterni per entrambi gli attacchi. San Martino di Lupari prova a partire forte, ma Parks, Milapie e Trimboli consentono alle magnolie di doppiare le proprie avversarie (4-8). Abdi consente alle magnolie di mantenere l’inerzia, però il finale è tutto delle giallonere di casa che vanno a prendersi cinque punti di margine al 10’ (17-12).
RIENTRO E STALLO L’avvio del secondo periodo è particolarmente efficace per i #fioridacciaio che danno vita ad un break di 6-0, operando il sorpasso. Tre tiri liberi di Parks valgono il +4 del 19-23. Le venete non ci stanno e rimettono la testa avanti. Milapie (dalla lunetta) ed Abdi dalla media consentono alle magnolie di avere un possesso pieno di margine sul 24-27. Ancora una volta però l’attacco campobassano si ferma e sul finale di quarto le lupe passano a condurre di due (29-27) all’intervallo lungo.
TESTA AVANTI Al rientro dagli spogliatoi, le venete provano a dare uno strappo deciso arrivando a prendere anche tre possessi di margine (38-29), ma è qui che viene fuori il carattere delle magnolie. A cronometro fermo le rossoblù si riportano sotto con Scherf che si fa anche sentire con un canestro da sotto. Poi sette punti di Parks (una tripla e quattro liberi infilati con grande freddezza) consentono alle campobassane di mettere la testa avanti alla fine del quarto (42-43).
EPILOGO HORRIBILIS L’aver preso l’inerzia dà sostanza al quintetto di coach Sabatelli che con Milapie, una tripla di Trimboli ed un canestro di Quiñonez in transizione prova a dare una prima spallata (44-50), tanto da costringere le venete al time-out. Il rientro regala il massimo vantaggio di serata alle rossoblù (48-56), ma da quel momento, sul più sei del 52-58, San Martino di Lupari mette a segno un parziale netto di 11-0 negli ultimi 302 secondi che gela le speranze campobassane.
SABATELLI SFERZANTE A fine partita, il tecnico delle campobassane Mimmo Sabatelli è categorico nelle sue sensazioni. «Sono dispiaciuto ed adirato. Non si può dar vita ad una gara del genere. In questo turno – spiega – ogni squadra aveva la possibilità di decidere il proprio destino e noi non lo abbiamo fatto. Abbiamo disputato la partita, come se non avessimo più nulla da chiedere a questo torneo. L’atteggiamento generale alla fine e quel parziale di 11-0 figlio di azioni non concluse e palle perse lascia tanto amaroo dentro. Saranno aspetti che puntualizzerò col gruppo nei prossimi giorni, perché occorre uscire dal campo, avendo dato tutto sino in fondo. Senz’altro sia Schio che Venezia rappresentavano incrocio molto temibili, ma dai coefficienti di difficoltà differenti. Peraltro, con le orange, dovremo giocare in date diverse dalle altre sfide. Ma alla fine è questo quanto ci ha consegnato il campo».
VIRTUS BOLOGNA E SCHIO Ora, per le campobassane, in successione ci saranno la Final Eight di Coppa Italia, ospitata in casa all’Arena, con i quarti contro la Virtus Bologna leader del torneo alla chiusura della regular season giovedì (gara che definirà la possibilità di proseguire nel percorso per la coccarda tricolore nei giorni succesivi) e, più in là, ad aprile la serie con Schio, che potrebbe essere anticipata rispetto alle date canoniche previste dalla Federazione per via dell’impegno nella Final Four di Eurolega delle orange.