Il Campobasso spera di ritrovare la serie C. Gesuè: “L’importante è recuperare la categoria, poi si vedrà il da farsi”
Il Campobasso spera di ritrovare la Lega Pro. Ma deve aspettare il parere del Tar Lazio, che deve esaminare il ricorso dei lupi avverso l’esclusione dalla serie C sancita dalla Covisoc in primo e secondo grado.
I tifosi si sono riuniti in Piazza Municipio per chiedere a gran voce un cambio di proprietà, ma l’attuale gestione vuole andare avanti nell’esperienza alla guida del Campobasso.
“Punteremo subito a ottenere la sospensiva per bloccare tutto, ovvero gironi, calendari e qualsiasi altro atto della Figc inerente il Campobasso. Siamo pronti a qualsiasi mossa per tenere in vita il sogno rossoblù”, ha affermato Mario Gesuè.
“La previsione di un regolamento triennale per le Licenze Nazionali – prosegue il presidente rossoblù – è senza dubbio una novità importante, peraltro in linea con quanto già avviene da anni all’estero. Se la Figc ci avesse pensato prima probabilmente ora saremmo dentro perché avremmo avuto tutto il tempo per programmare. Sappiamo che era una modifica già in cantiere, non è stato certo il caso Campobasso a ispirarla. Ma di sicuro sarà uno spunto di riflessione in più al Tar del Lazio: è un’ulteriore prova di quanto le Licenze Nazionali siano più un percorso a ostacoli che una guida per le società. Quello che abbiamo denunciato, ovvero di non essere più in tempo ad aprile per taluni adempimenti, ci viene di fatto certificato da questa mossa della Federazione”.
“Per iscriversi al campionato di serie C esistono decine e decine di adempimenti da portare a termine in pochi giorni – le parole di Gesuè – Il Campobasso era a posto su tutto: bilanci, indice di liquidità, pagamenti dei tesserati e dei dipendenti, via discorrendo. A livello tributario siamo in regola con Ires, Irap, Inps e Irpef il Campobasso ha il DURC regolare. L’Iva viene divisa in due punti delle Licenze Nazionali. Al punto 14, in cui si parla esplicitamente di “assolvere l’intero tributo”, viene regolamentata l’Iva fino al 2018 e noi l’abbiamo saldata tutta. All’ormai famoso punto 15 si parla solo di eventuali comunicazioni di irregolarità e relative rateizzazioni, con la richiesta di essere in regola con le rate scadute al 31 maggio 2022. Noi, quelle rate, le abbiamo onorate tutte. E non potevamo fare diversamente, visto che le cartelle esattoriali, ovvero il momento in cui inizia la fase di riscossione, non erano state ancora notificate. L’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto i nostri versamenti e non ha mosso alcun rilievo. La Covisoc si è voluta porre al di sopra, pur essendo consapevole che eravamo in quella che a livello tributario viene considerata una situazione “di limbo”. Il punto 15, però, è fin troppo chiaro. Poi se la Figc intendeva qualcosa di diverso rispetto a ciò che ha scritto è un’altra questione. Ma avrebbero dovuto inviarci una mail o una PEC, non limitarsi a una semplice telefonata informale a poche ore dall’iscrizione. Invece ce lo motivano solo successivamente”.
“Sappiamo che il percorso dinanzi alla giustizia ordinaria è insidioso – prosegue Mario Gesuè – E ci sono casi di società che hanno avuto ragione quando ormai era troppo tardi. Crediamo che ci siano ancora i tempi per rendere un’eventuale vittoria compatibile con le tempistiche sportive, ma non chiedetemi di sbilanciarmi con previsioni o percentuali. Di certo il caso è sotto gli occhi di tutti. Ed è assurdo come sia stata decretata la morte di un club per una cifra che si aggira intorno a 60mila euro quando solo in Lega ci sono crediti cinque volte maggiori, oltretutto per avvisi bonari, ovvero un passaggio in cui il tributo è ancora in fase di accertamento e non certo di riscossione. Ci auguriamo che il Tar possa riconoscerlo e ribadirlo”.
“L’importante è recuperare la categoria – incalza Gesuè – Poi è chiaro che cercheremo di farci trovare pronti anche da un punto di vista calcistico. Per fortuna abbiamo un’ossatura di calciatori sotto contratto e ci muoveremo velocemente per completare la rosa. Avevamo programmato tutto in maniera diversa, vista anche la scelta di un nuovo allenatore. I piani sono stati stravolti, ma ora non possiamo pensarci. L’importante è giocare in serie C.
“Questa è una battaglia di Campobasso, anzi di tutto il Molise. A quello che farà Mario Gesuè ci penseremo a tempo debito. Se il problema sono io, mi farò da parte, ovviamente dopo essermi assicurato che chi prenderà il timone avrà voglia e forza di continuare a investire in maniera seria – conclude il patron rossoblù – La nostra scelta è stata sempre quella di lavorare in silenzio, non solo in questa vicenda. Preferiamo anteporre i fatti alle parole. In quei giorni avevamo la necessità di concentrarci su quello che stava accadendo senza allarmare la piazza. È chiaro che, una volta rigettato il ricorso al Coni, c’era bisogno di spiegazioni. Ci dispiace che qualcuno abbia espresso giudizi sul nostro conto senza prima ascoltarci. Allo stesso tempo siamo felici che la città, dopo una reazione di pancia, stia capendo cosa sia realmente accaduto. Al di là delle simpatie che questa società possa ispirare nei tifosi, io ritengo che un dato sia incontrovertibile: Campobasso ha dovuto subire un’ingiustizia. E oggi la priorità è reagire insieme. Perché il valore di questo progetto e di questa categoria vanno ben oltre qualsiasi incomprensione”.
Remigio Lanciano