Centro Covid mai realizzato, De Chirico (M5S): “Uno scandalo. Toma dovrebbe chiedere scusa ai molisani”
“In Consiglio regionale si è finalmente discussa la mia interpellanza sul Centro Covid a Campobasso, quattro mesi dopo averla depositata, e la risposta di Toma è stata imbarazzante”. Così il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Fabio De Chirico.
“Nell’atto – spiega l’esponente del 5S – ripercorrevo tutti gli errori madornali commessi nella ‘riorganizzazione’ della sanità molisana per l’emergenza Covid. Ma il Presidente ha dimostrato di non conoscere la materia, né si è documentato prima di rispondere.
Gli avevo chiesto di fare luce sulle responsabilità di questo scandalo tutto molisano – visto che siamo l’unica regione a non avere un Centro Covid, nonostante i milioni spesi – ma ha preferito buttarla in polemica. Con l’ex commissario Giustini, con Invitalia e persino col governo che però ha messo a disposizione risorse importanti. Ma l’intera vicenda è stata gestita dalla Direzione generale Salute della Regione e dall’Asrem. Il risultato? Abbiamo già speso almeno metà dei soldi stanziati, ma il famigerato Centro Covid non esiste. E, cosa ancor più grave, basta un solo paziente Covid in terapia intensiva per bloccare l’accesso ai tanti pazienti ordinari. In sostanza, l’hub regionale resta inutilizzabile per tantissime patologie e l’intera sanità molisana è in tilt.
Ripercorriamo brevemente quello che non ho difficoltà a definire un vero e proprio scandalo e che sono certo avrà anche risvolti giudiziari. Nel 2020 il governo nazionale ha chiesto alle Regioni di presentare dei piani di riorganizzazione per far fronte all’emergenza pandemica. Servivano, in sostanza, nuovi posti letto di terapia intensiva per non intasare gli ospedali ed impedire la cura di tutte le altre patologie. Il Molise prevedeva di realizzarne 35, di cui 30 in un Centro Covid dedicato. Avevamo a disposizione ben 6,9 milioni di euro. A luglio 2020, i commissari presentarono un piano da 7,5 milioni per allestire il Centro Covid (3,9 milioni) e riorganizzare i pronto soccorso degli spoke (Termoli e Isernia), per evitare i cosiddetti percorsi misti.
A partire da quella data, però, sono stati commessi così tanti errori tecnici, procedurali e di previsione delle spese, che il Centro Covid non ha ancora visto la luce. E mai la vedrà. Addirittura, a gennaio 2021 in una riunione presso la Direzione generale Salute si decise di stanziare altri 2 milioni di euro per la struttura, utili a coprire le errate previsioni di spesa. Previsioni sbagliate almeno due volte, tanto che il fantomatico Centro, ad oggi, dovrebbe costare il doppio.
Ma sono mancati anche gli atti amministrativi necessari alla realizzazione degli interventi: tanto per dirne una, mancavano le autorizzazioni antincendio. Carenze mai sanate. Ci sono stati poi degli errori progettuali, ma anche in quelli c’è una chiara responsabilità di Regione e Asrem. Perché l’Azienda sanitaria, ente attuatore per gli interventi, ha acquisito i progetti con colpevole ritardo, invece di affrontare gli intoppi a monte della progettazione.
Ora alla beffa si aggiungerà quasi certamente il danno: la ditta che si è aggiudicata l’appalto potrebbe mettere in mora l’Asrem, perché sa bene che non realizzerà mai l’opera.
Intanto, dei famosi 6,9 milioni messi a disposizione del Molise dovremmo aver speso almeno la metà. Pur non avendo posato una sola pietra del Centro Covid. Un vero paradosso. L’Asrem, infatti, avrebbe dovuto provvedere agli acquisti di strumenti e mezzi, compatibilmente con l’avanzamento dei lavori. Invece, già a fine 2020 ha iniziato ad acquistare circa 2 milioni di euro di attrezzature elettro-medicali per allestire i 35 posti letto di terapia intensiva previsti. Posti che, ad oggi, non esistono. E questo costituisce, a mio avviso, un potenziale danno erariale, se si tiene conto delle prescrizioni fissate dall’ordinanza del Commissario Straordinario del Governo con cui Asrem è stata nominata soggetto attuatore. Ma sono diverse le spese autorizzate dall’Azienda sanitaria, sempre a valere sul budget di 6,9 milioni, come quelle bandite per la progettazione e il compenso del Rup.
Altro paradosso sta nel fatto che Toma, invece di rispondere nel merito, continua ad autocelebrarsi per i moduli di terapia intensiva allestiti fuori dai nostri ospedali. Moduli costati fior fior di soldi pubblici – 4 milioni circa allo Stato e 500.000 euro all’Asrem per spese tecniche, fondazioni e allacci – ma mai utilizzati.
Sono davvero tanti, troppi gli errori commessi in questa vicenda. E mi aspettavo che il Presidente venisse in aula con tanto di approfondimenti, chiarendo le pesanti responsabilità di questo scandalo. Invece, come spesso accade, si è dimostrato palesemente impreparato e l’ha buttata in sterili polemiche”.
“Intanto, – ha concluso De Chirico – dopo due anni di pandemia, il nostro principale ospedale non garantisce tutte le cure ai molisani. E la sala di terapia intensiva resta, e resterà anche il prossimo autunno, interamente dedicata ai pazienti Covid e inaccessibile ai pazienti ordinari.