Documenti falsi per ottenere il reddito di cittadinanza: 15 stranieri denunciati
La Polizia ha denunciato 15 cittadini extracomunitari per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza.
I soggetti sono stati denunciati principalmente alle Procure della Repubblica di Campobasso e Larino, competenti in base al C.A.F. del luogo di presentazione della domanda e di fruizione del reddito.
Le indagini condotte dalla Digos hanno permesso di accertare che 2 soggetti hanno falsamente attestato nella domanda per ottenere il sussidio il requisito della residenza decennale in Italia, indispensabile per accedere al beneficio, mentre altre 13 persone hanno falsamente attestato di essere titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo o di permesso di soggiorno e familiari di cittadino U.E., altro presupposto necessario per ottenere l’aiuto.
Il permesso di soggiorno di lungo periodo può essere richiesto solo da chi possiede un permesso di soggiorno in corso di validità da almeno 5 anni; deve essere inoltre dimostrata la disponibilità di un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale (5.938, 64 euro per il 2021) e che il cittadino straniero non sia pericoloso per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato.
I denunciati, oltre a dover restituire quanto indebitamente percepito, rischiano una pena da 2 a 6 anni di reclusione, per avere reso false dichiarazioni.
Gli stranieri sono stati immediatamente segnalati anche alla direzione provinciale Inps di Campobasso, territorialmente competente in relazione alla residenza dichiarata al momento della domanda, per la decadenza dall’erogazione del reddito ed il conseguente recupero di quanto indebitamente percepito.
Il danno erariale ammonta a circa 100.000 euro. L’attività di indagine condotta dalla Digos ha permesso di evitare ulteriori ammanchi per le finanze pubbliche per le mensilità che i suddetti cittadini avrebbero potuto ulteriormente percepire senza averne diritto.
L’attività svolta, con il contributo dell’Ufficio Immigrazione della Questura, evidenzia l’impegno in prima linea della Polizia di Stato nel perseguire coloro che accedono indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraendo importanti risorse economiche destinate a persone e famiglie che si trovano realmente in condizioni di bisogno.