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Giornata mondiale per la pace: lavorare per democrazia e diritti

Lavorare per democrazia e diritti in tutti i paesi, è questo l’auspicio del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani. Oggi, in occasione della Giornata internazionale della pace, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Coordinamento intende riflettere sul tema della pace in sé, come condizione indispensabile per la convivenza tra popoli, e su come i Paesi membri dell’ONU, le varie associazioni e i cittadini promuovano azioni di sensibilizzazione per la pace nel mondo.

Vent’anni dal 11 settembre

Quest’anno la giornata mondiale della pace ha un sapore particolare, infatti ricorre il ventennale dell’attentato alle Torri gemelle di New York; quella data è stata per noi occidentali uno spartiacque, la nostra vita è cambiata per sempre. Abbiamo conosciuto in prima persona il terrorismo e gli attentati a sfondo “religioso”; dopo più di cinquant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, è tornato nelle nostre città un clima di paura. Tuttavia in queste ultime settimane ci sembra di esser tornati indietro di vent’anni… in Afghanistan sono tornati i talebani al potere. Proprio lì, dove tutto è partito, ritorna il caos che minaccia il mondo intero. Infatti proprio da tale regione, nel settembre del 2001, furono rivendicati gli attentati alle Torri gemelle da parte di Al Quaeda. A seguito di una simile dichiarazione, iniziò una lunga operazione militare capitanata dagli USA per “esportare la democrazia” in Medio Oriente.

Occorre lavorare per democrazia e diritti

“Molto è stato fatto in questi anni in termini di divulgazione della cultura, -afferma il Prof. Ronny Donzelli del coordinamento – emancipazione femminile e rurale finanche all’addestramento militare dell’esercito afgano. Tuttavia sembra che non si siano ben radicati i concetti e i valori di Repubblica, democrazia, diritti civili, diritti umani, libertà ed eguaglianza; qui come in altri stati africani o del Sud America sussistono conflitti che durano da decenni.” La situazione viene ben evidenziata dal rapporto annuale stilato dall’International Rescue Committee   Emergency Watchlist 2020. Nel documento di evince come gran parte degli Stati, colpiti da situazioni emergenziali, sono coinvolti in attività belliche, deportazioni e violazioni dei diritti internazionali. Tali condizioni determinano un grave depauperamento delle infrastrutture civili e sanitarie, queste ultime non idonee a contrastare adeguatamente le epidemie di ebola (Burundi, Sudan del Sud, Repubblica Centrafricana) e colera (Nigeria, Somalia, Sudan e Yemen).

Cruciale il ruolo dell’educazione dei giovani

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, crede che l’educazione sia fondamentale  per determinare, nell’individuo, la consapevolezza di essere cittadino del mondo; pertanto intende promuovere una settimana di educazione rivolta ai giovani incentrata sulla cultura della pace che sia la chiave per salvare il mondo dalle guerre, minacce e soprusi. Attraverso la visione di film-documentari, lettura di libri tratti da eventi realmente accaduti, dibattiti con esponenti locali di persone con lo status di rifugiati di guerra possono essere approfondite tematiche umanitarie di sicuro impatto emotivo e formativo. A tal proposito segnaliamo anche il prezioso contributo fornito da Save the Children offerto alla comunità scolastica dedicato alle attività da svolgere proprio in occasione della Giornata internazionale della pace. “Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.” (Margherita Hack)
CP

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