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Polemiche a Campobasso per i manifesti no vax, il sindaco: “Non ho nessun potere per la rimozione, ma il vaccino unica strada per sconfiggere il Covid”

Il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, ha voluto aggiungere qualche ulteriore precisazione riguardo alla presenza dei manifesti no vax affissi in città.

Intanto mi preme ribadire,ha dichiarato il sindaco come il messaggio riportato nei manifesti, oltre a non essere riconducibile in alcun modo all’amministrazione comunale, sia stato da noi subito condannato. Abbiamo invitato i cittadini, e continuiamo a farlo, a non tener conto di questo genere di “spot” e a consultare, invece, per ogni tipo di informazione scientifica sui vaccini i propri medici, non lasciandosi condizionare da messaggi propagandistici.

Come già ampiamente precisato e risaputo, – ha detto Gravina – si tratta di affissioni avvenute su spazi pubblicitari gestiti dalla società privata che ha in appalto questo servizio, per cui, quanto è stato affisso, ricade nella responsabilità della società e del cliente che ha richiesto l’affissione. Nessuna comunicazione preventiva viene inviata all’Amministrazione ma tutto è gestito in totale autonomia dal privato affidatario.

Dire che il sindaco possa farli rimuovere di sua spontanea volontà è un falso, in quanto, – ha aggiunto il sindaco – per poter procedere alla rimozione, ci vorrebbe un provvedimento della magistratura, non certo può farlo il sindaco non avendo un potere d’ordinanza specifico in merito. Se si invoca il Tuel allora sarebbe utile capire a quale norma si fa riferimento, poiché i poteri di ordinanza sono ben delineati.

La rimozione, invece, per applicazione del regolamento di pubbliche affissioni, soggiace ad aspetti amministrativo/tributari, che nulla hanno a che vedere con il caso in esame, altrimenti si sarebbe potuto disporre la rimozione per abusiva pubblicità. Ugualmente qualora si trattasse di manifesti inseriti in contesti pericolosi per la sicurezza della circolazione stradale, che non riguardano il caso in questione.

Investendo, quindi, – ha continuato Gravina – un campo specifico ovvero la violazione di legge, la Digos, che ha svolto tutte le attività investigative del caso, non ha ritenuto che esistessero violazioni tali da ordinarne la rimozione o prima ancora il sequestro.

In tal caso è il codice penale che tutelerebbe l’interesse pubblico e pur condividendo le preoccupazioni espresse dal mondo scientifico, il sindaco non può far altro che rispettare la legge e le sue prerogative e dunque soggiacere ai provvedimenti delle predette autorità in materia.

Più che innescare l’ennesima polemica politica, – ha detto in conclusione Gravina – concentriamoci tutti insieme per continuare ad indicare il vaccino come unica strada per raggiungere lentamente il ritorno alla normalità che tutti auspichiamo, proteggendo anzitutto le persone più fragili dal rischio di infezione”.

Redazione

CBlive

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