Versi in quarantena: a Bonefro la presentazione del libro di Luigi Pizzuto
Tutti raccolti sulla parte più alta dell’agglomerato urbano. In Largo Convento si affacciano Palazzo Miozzi, sede del prestigioso museo dedicato alla fotografia di Tony Vaccaro, e il Convento di Santa Maria delle Grazie, sede del Museo Etnografico e dell’Archivio Tina Modotti. Nella cornice suggestiva del chiostro monastico, impreziosito da un’antica cisterna del 1736, sarà presentata sabato pomeriggio 21 agosto 2021, alle ore 17.30, la raccolta di poesie ‘Versi in quarantena’ di Luigi Pizzuto, Editrice Lampo, Campobasso.
Dopo i saluti del sindaco, Nicola Montagano, toccherà a Filomena Giannotti, docente di Lingua e Letteratura Latina presso la Facoltà di Lettere di Siena, a relazionare sui contenuti della singolare silloge poetica.
“Nel periodo della quarantena – scrive nella prefazione la poetessa toscana Nicoletta Corsalini – per diverse settimane tutti noi ci siamo ritrovati a vivere isolati, in una stasi esistenziale che ha sconvolto il nostro vivere quotidiano. La quarantena forzata tra le pareti domestiche ha creato, difatti, condizioni nuove che, oltre ai disagi, ci hanno offerto delle inedite possibilità: potersi guardare intorno con calma; osservare con rinnovato interesse le cose che non eravamo più abituati a guardare riscoprendone la bellezza e il valore; riassaporare il piacere di stare insieme ai nostri familiari; capire l’importanza del riflettere; ripensare al nostro rapporto con l’ambiente e con gli altri. Luigi Pizzuto, professore di lingua italiana, scrittore e storico molisano, profondamente toccato da questa inedita esperienza, nel periodo di quarantena sente il bisogno di fermare su carta le proprie impressioni, emozioni, considerazioni sulle conseguenze di questa pandemia. Il balcone della propria abitazione diventa il luogo dal quale scrutare uno spicchio di mondo, un posto dove riflettere o volare col pensiero dai ridotti spazi locali ad orizzonti più vasti, universali. Il poeta dal balcone posa lo sguardo sull’ambiente circostante, osserva la natura o gli animali riprendersi spazi che avevano perduti, oppure scruta il cielo, osserva il moto delle nuvole e le loro forme fantasiose. Nella poesìa ‘Primavera di morte’ sintetizza la rapidità con cui la pandemia ha stroncato tante vite umane, rimasta impressa nella mente di tutti con l’immagine del corteo funebre dei camion militari. E riflette anche sul comportamento irriguardoso dell’uomo nei confronti dell’ambiente, sulla sua sete di guerra, sulla sua malcelata indifferenza verso gli altri. Il suo stile, limpido e asciutto, suggerisce di guardarsi intorno per riscoprire la bellezza dei luoghi e di scrutarsi dentro per scoprire ciò che è davvero importante per ognuno di noi”.