Parco eolico a Portocannone-Campomarino, perché no?
Parco eolico a Portocannone
Presso il comune di Portocannone, è stato recentemente presentato un progetto per la realizzazione di un parco eolico. Questo ha suscitato il disappunto di un gruppo di cittadini, il Sindacato Operai Autorganizzati (SOA), che denunciano l’esproprio di terreni per la realizzazione del progetto. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Cos’è un parco eolico
L’impianto eolico è un sistema tecnologico che trasforma l’energia cinetica del vento in energia elettrica. I vantaggi nello sfruttare l’energia eolica sono diversi, permette di produrre energia in maniera autonoma e senza emettere sostanze inquinanti. I parchi eolici sono spesso oggetto di contestazione per l’impatto paesaggistico, l’inquinamento acustico in alcuni casi e l’azione di disturbo sull’avifauna. In Italia uno dei più importanti parchi eolici è stato per molto tempo quello di Poggio Imperiale (in Puglia). Dal 2011 però sono stati realizzati altri parchi eolici in Sardegna, nel basso Molise, in Basilicata e i in Calabria, dove il parco di Isola Capo Rizzuto, è oggetto di una lunga vicenda giudiziaria.
Perchè rifiutare un parco eolico
Il sindacato operai autorganizzati è contrario all’istallazione di un parco eolico a Portocannone-Campomarino. La motivazione dichiarata è la volontà di difendere i territori antichi, carichi di storia e di bellezze naturali. Il timore è che il parco possa danneggiare il paesaggio e le eccellenze agricole , storiche ed ambientali. Tuttavia, i progetti per la realizzazione di parchi eolici, vengono generalmente sostenuti dalle associazioni ambientaliste italiane come Greenpeace, Legambiente e Wwf. Gli ambientalisti ritengono che la diffusione delle fonti di energia rinnovabile vada perseguita, nel rispetto anche di beni paesaggistici particolarmente significativi, condividendo le scelte col territorio interessato, per promuovere il dibattito pubblico ed evitare contestazioni territoriali che non fanno altro che mantenere la dittatura delle fonti fossili.
Carola Pulvirenti