Un anno dall’arresto di Patrick Zaki, le proposte del Comune di Macchiagodena per esprimere solidarietà
FEDERICA PREZIOSO
L’8 febbraio del 2020, Patrick Zaki, attivista e ricercatore, veniva arrestato in Egitto con l’accusa di diffusione di notizie false e appartenenza a un gruppo terroristico. Lo studente aveva appena trascorso un periodo in Italia, precisamente a Bologna, dove era iscritto all’università Alma Mater Studiorum al master in “Women’s and Gender Studies”. Ad oggi Patrik Zaki è ancora in carcere e dalle informazioni del suo avvocato è noto che lo studente abbia subito violenze e tanti rinvii del processo che lo obbligano e rimanere in carcere. Solo il 27 agosto gli è stato concesso di poter incontrare la madre in carcere, la quale lo ha trovato in buone condizioni fisiche, ma moralmente provato.
Tutta l’Italia ha, sin dai primi giorni, mostrato solidarietà nei confronti della questione e, ad un anno dal drammatico evento sono tante le iniziative a favore della scarcerazione di Patrick Zaky, in primis Amnesty International e la città di Bologna che ha accolto per un anno Patrick. Nella nostra regione risalta la proposta del Comune del Macchiagodena, pubblicata sui social dal sindaco Felice Ciccone. L’iniziativa riguarda una video conferenza del Consiglio Comunale e fra i vari punti all’ordine del giorno si segnala il sostegno alla risoluzione della questione Patrik Zaki.
Dal post si legge che “Il consiglio Comunale, infatti, è chiamato ad approvare la proposta con la quale si manifesta vicinanza e solidarietà a Patrick e ai suoi familiari; si invita il Governo Italiano a rafforzare l’impegno nel chiedere alle Istituzioni Egiziane il rilascio di Patrick; si chiede al Presidente della Repubblica di conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, affinché l’Italia possa tutelarlo, anche formalmente, riconoscendo nella figura di Patrick quei valori di libertà di studio, di libertà di pensiero e di libertà alla partecipazione pubblica propri del nostro paese e della nostra Carta Costituzionale. Crediamo sia doveroso per Macchiagodena, aggiunge il primo cittadino, non restare indifferenti rispetto al dramma di un ragazzo di vent’anni che da un anno (Patrick fu arrestato proprio il giorno 8 Febbraio 2020), è ingiustamente recluso solo per aver manifestato pubblicamente i suoi ideali.”
Singolare questa prova di solidarietà che arriva dal Molise per una questione di carattere internazionale, una testimonianza per la nostra regione che non solo ha a cuore le vicende comunali, ma che apre lo sguardo ad eventi drammatici al di fuori della nostra portata territoriale. Il gesto del Comune di Macchiagodena aiuta a capire l’importanza di partecipare, anche con piccole iniziative, affinché alcune pagine critiche della nostra storia non si ripetano più, come abbiamo potute constatare con il caso di Giulio Regeni. È giusto che la sensibilità di queste iniziative possa essere condivisa da più persone possibili e spronare i cittadini a informarsi per avere un’idea chiara e critica su questioni internazionali e, in particolare nel caso di Patrik Zaki che in qualità studente ha il diritto di continuare a credere nei sui ideali senza ostacoli sul suo cammino di formazione.